7. UNA STORIA. 100 GIORNI

 

7. UNA STORIA. 100 GIORNI

"Vedete, è necessario che il vostro cuore, coraggioso come quello dei draghi, parli con ardore come avete imparato a fare qui." Detto questo, raccolse la boccetta con le lacrime e ne versò il contenuto nel fiume, il quale da unico che era si diramò andando a bagnare e risanare ogni angolo di quella terra così compromessa. Le bambine, incantate da quanto accadeva intorno a loro, si chinarono per toccare l'erba verde sotto i loro piedi. Ma nello sfiorare con le dita quel tappeto un vento le sospinse e si ritrovarono improvvisamente catapultate fuori dall'armadio. Alice, colma di gioia e di rinnovato entusiasmo, si rivolse ad Aniet ed esclamò: "Abbiamo la soluzione!"

“Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima? Qualcosa ci ha cambiate, non possiamo dimenticarlo! Allora scriviamolo! Scriviamo quello che ci è successo e tutti sapranno che la Terra può ancora essere guarita, che un cambiamento è possibile” disse la Bambina, mentre si spazzolava i vestiti ancora sconvolti dal viaggio siderale. Alice restò un attimo in silenzio, con le mani cercava ancora l’armadio per tenersi in piedi; l’idea le sembrò chiara e luminosa come certe scintille che partono dal caminetto di sera, e hanno il colore vivo del fuoco anche se è notte e tutto tace. “Ci è stato detto di parlare con verità e con il cuore, lo faremo scrivendo -disse - forse sarà difficile e molti non ci ascolteranno ma se non ci proviamo nemmeno, non sapremo mai se questa è la strada per salvare la Terra. Mettiamoci subito all’opera...” Aniet guardò seria la sua amica come se un pensiero importante le stesse frullando nella testa, poi cominciò a parlare: