Mi colpì il modo in cui fui accolto da quel gruppo di ragazzi. Oggi posso dire che mi sentii già allora parte della loro “Fraternità”, prima ancora che sapessi che cosa volesse dire.
A quella serata, ne seguirono altre di approfondimento e di dibattito (in parte coordinato da un frate, guida spirituale della Fraternità) su come il messaggio del Vangelo e l’esempio di San Francesco d’Assisi si interlacciassero con il mio quotidiano e quello degli altri gifrini.
La cosa che mi colpì molto era il fatto che nonostante con alcuni dei ragazzi non ci fossero particolari punti in comune, né per carattere, né per vissuto personale, gli interrogativi e i dubbi erano praticamente gli stessi. E quando non lo erano, gli spunti di riflessione avanzati davano comunque la possibilità di riflettere ancor meglio su domande più vicine a me.
Per farla breve, abbiamo scoperto di avere molti più punti in comune di quanto ne avremmo potuti vedere da soli.
I dibattiti non si concludevano mai nei tempi previsti e – pensando oggi ai limiti orari imposti per contenere il contagio della Pandemia – mi torna un po’ di nostalgia di quegli incontri e dibattiti, fino a oltre le 23, magari conclusi anche con una “visita” al bar più vicino.
In questi anni la Gifra per sua stessa natura ha cambiato volto più volte, sottoponendomi al suo continuo cambiamento, e facendomi interrogare su come viverlo.
Ho avuto modo così di capire che così come la Fraternità si era presa cura di me, anche io ero chiamato a prendermene cura. Altri ragazzi si sono avvicinati alla Gifra, valutando poi se quella opportunità potesse fare al caso loro oppure no.
Alcuni hanno avuto bisogno di un periodo più lungo di altri, prima di accettare questo cammino, partecipando di volta in volta agli incontri, sia in presenza, sia – di recente – in via telematica.
Posso dire con certezza che – guardando con uno sguardo più ampio – tutti gli appuntamenti, scanditi per tematiche, alternati con serate più leggere di semplice gioco, hanno sempre avuto un unico fine: quello di consolidare delle relazioni.
In GiFra ho conosciuto persone molto diverse dal mio carattere, con le quali ho condiviso e vissuto momenti di gioia, di preghiera, di scontro aperto o pacato. Ragazzi e ragazze che non ho selezionato io come “amici”, ma che sono stati posti sul mio cammino come “fratelli”.
Poi ovviamente, c’è anche il discorso del “Discernimento vocazionale”...