CURA DELLA CASA COMUNE

 

CURA DELLA CASA COMUNE


DIARIO DI BORDO
Superato il “Fiume delle mille impronte” una vasta pianura, infinita a i vostri occhi: 
lunghi giorni di marcia vi aspettano, 
tanto tempo per riflettere sulle scelte fatte, sulle strade scelte e sui futuri passi.

L’Enciclica “Laudato Sii” di Papa Francesco viene spesso definita come l’enciclica sull’ecologia integrale e sulla cura della casa comune, due concetti talmente ampi da non poter essere limitati ai soli aspetti ecologici e legati alla salvaguardia e alla salubrità dell’ambiente inteso in senso stretto. Fermamente il Papa si riferisce contemporaneamente agli aspetti ambientale, economico e sociale, che non possono essere separati in una visione globale onesta e costruttiva. 

La terra è la nostra casa comune: è come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia; “Casa” ci richiama deliberatamente ad un contesto famigliare; il termine “Comune” è il termine aggiunto per dire che è un bene al di sopra del bene, è un dono che non ci appartiene e come tale va custodito, per essere consegnato alle generazioni future. 

Sotto gli occhi e i silenzi complici di tutti, questa nostra Casa Comune è stata finora sfruttata, maltrattata ed asservita a logiche di potere e controllo (contrarie al senso di cura e del bene comune), intanto che noi siamo stati capaci - al più - di criticare, analizzare e teorizzare, senza muoverci né prendere iniziative in modo responsabile.

“...la terra è essenzialmente una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. (LAUDATO SI' n° 93)

...Il ricco e il povero hanno uguale dignità (LAUDATO SI' n° 94)

Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. (LAUDATO SI' n° 33)

...L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. (LAUDATO SI' n° 95)”.

Adesso però non c’è più tempo: serve quindi una presa di posizione a livello globale: servono battiti sinceri e onesti, unitamente ad una presa di responsabilità di politica, economia e finanza a livello internazionale e locale. E noi, ognuno di noi, siamo i primi ad essere chiamati in causa e a doverci sentire coinvolti e rimboccare subito le maniche

Partendo da questo spunto, la successiva tappa de La Cerca dei 100 giorni ci ha costretti a ri-pensare i nostri stili di vita e le nostre abitudini, per ridurre un po’ la significativa impronta che abbiamo visto ognuno di noi lascia sulla Terra, anche a discapito degli altri. Abbiamo quindi provato in modo attivo e giocandoci in prima persona a identificare alcune azioni (le più importanti, significative, effettive o realizzabili!) che compongono la nostra quotidianità, che potremmo fare in mododiverso, più sostenibile e meno impattante, e – questo è il bello!- senza grandi sforzi, solo pensandoci e modificando le nostre abitudini!!!

I decaloghi di “migliori” azioni prodotti sono stati davvero stimolanti e una fonte di ispirazione, e hanno riguardato tanti ambiti: l’utilizzo dell’acqua, il risparmio energetico, lo spreco alimentare, le abitudini in ufficio, la scelta dei mezzi di trasporto (anche i nostri muscoli ne fanno parte! 😉), i consigli per gli acquisti, e perfino le app e le piattaforme che ci possono aiutare in questi impegni! Ora che non abbiamo più la scusa di non saperlo o non averci pensato non ci resta che iniziare a mettere in azione queste buone pratiche. Perché... se non ora, quando?