4. UNA STORIA. 100 GIORNI

 

4. UNA STORIA. 100 GIORNI

col nastro sfilato da un abito cucì il maglione nei buchi per tenerlo assieme e camminarono al ruscello..... Lì bagnò e strofinò per bene il suo amico con la spugna improvvisata, liberandolo dai parassiti. Più Aniet lavava Leone, più il ruscello sembrava perdere la sporcizia che impregnava le sue acque. "Che succede?" chiese la bambina stupita da quel cambiamento improvviso. "Credo che tu stia iniziando a capire come portare a termine la tua missione" disse Leone. Aniet continuò a guardare perplessa prima l'acqua e poi il suo amico peloso, ancora senza capire. Leone, intuendo la difficoltà della bambina, iniziò a spiegare: "Prendersi cura dell'ambiente è ciò che la tua gente ha dimenticato. E' come attraversare un fiume: per poterlo fare hai bisogno di una corda, di una barca e di qualcuno che la guidi. Queste tre cose sono connesse, essenziali per poter arrivare dall'altra parte.

Così funziona il mondo, se tu ti occupi e ti preoccupi degli altri, e della Terra, da qualche parte, il tuo gesto avrà una risonanza. Tu SEI il traghettatore Aniet, le due rive sono la Terra e l'Umanità. La tua missione è cambiare l'umanità e insegnarle a stare in armonia con la Terra." Aniet lo guardò e gli disse: "Credo di aver capito!". "Ora che i tuoi occhi si sono aperti devi tornare sul monte Unicorno: lì troverai un'Arca che ti permetterà di viaggiare tra le stelle per raggiungere la tua gente!" Pian piano si arrampicò sulla cima del monte Unicorno e arrivata sulla vetta trovò l’arca di cui gli aveva parlato Leone. Entrò nell’Arca e dopo essersi guardata intorno trovò un piccolo armadio un po’ sgangherato. Subito si chiese: “cosa ci sarà qui dentro? “. Aperta l’anta vi trovò affisso un poster, di una piccola bambina.