1 – UNA STORIA. 100 GIORNI

 

1 – UNA STORIA. 100 GIORNI

Era una bella giornata quando la Bambina, dagli abiti candidi e dai capelli legati in una lunga coda, si fermò davanti alla porta che per tanti giorni era stata l'oggetto del suo sogno. Nel sogno lei era scalza, ora aveva delle belle scarpette di vernice che la nonna le aveva regalato per il compleanno, si chiedeva se avrebbe fatto la differenza, se questo piccolo dettaglio avrebbe compromesso quello, che nel suo sogno, accadeva quando la porta si apriva. Buttò nel profondo questo pensiero, appoggiò la mano sulla maniglia e spinse. Un'ondata di calore la colpì improvvisamente, l'aria era densa e irrespirabile, una nebbia fitta e acre l'avvolse, impedendole di tenere gli occhi aperti, vi riuscì solo a fatica. 

Dov'erano finiti i verdi campi, l'azzurro cielo e i vermigli fiori che animavano i suoi sogni? Mucchi di rifiuti a perdita d'occhio, tutto era triste e desolato, ricoperto com'era da quella innaturale foschia. Regnava uno strano silenzio, i rumori erano ovattati, si percepiva solamente il tintinnio di qualche rottame che cadeva dalla cima del mucchio. La Bambina non riuscì a muovere un passo, impaurita da quell'agghiacciante spettacolo. Ad un tratto le parve che la sporcizia addirittura si muovesse, che fosse viva. Da un mucchio di logori stracci vide muoversi verso di lei la sagoma di un leone, eppure non ebbe paura, anzi, sembrò tranquillizzarsi, di tutto quello che aveva visto finora quel malconcio felino le sembrò la cosa più rassicurante. Il Leone la raggiunse e dopo aver annusato le sue scarpette di vernice, le leccò affettuosamente la mano e iniziò a parlare.